Durante l’ultimo anno di liceo Rasa scopre POLSKASAT. È Omar che un giorno, in un sussurro eccitato al telefono, gli parla per primo di una oscura rete televisiva polacca che si può tranquillamente captare via satellite a patto di essere a conoscenza delle frequenze giuste. Un sabato sera, dopo che Teta annuncia sbadigliando la sua intenzione di andarsene a letto, Rasa aspetta che il suo russare cominci a diffondersi per la casa silenziosa e poi fa scorrere il telecomando finché non raggiunge le ambite frequenze di POLSKASAT. Il canale sta trasmettendo un film hollywoodiano, Thelma & Louise, ma tutti i personaggi sono doppiati in polacco da una annoiata voce maschile. Dopo quella che sembra un’eternità finalmente le protagoniste si lanciano giù dalla rupe. I titoli di coda continuano a scorrere. Quando l’ultimo nome sparisce lo schermo sfarfalla per qualche attimo, per poi mostrare una donna in abito rosa. È una bionda patinata dai seni sfrontati. Compare con un numero di telefono, circondato da parole lampeggianti in technicolor. “Chiamami. Ragazze sexy. Party”. Musica techno europea rimbomba attraverso gli altoparlanti mentre la donna, con il volto ricoperto di trucco e disperazione, mima con la mano l’atto di telefonare…
Nel mondo sono ancora numerosissimi i Paesi ‒ per la precisione 78, stando a dati aggiornati al giugno dell’anno scorso ‒ nei quali l’omosessualità non è semplicemente una condizione di vita, una preferenza che fa scegliere per avere dei rapporti persone del medesimo sesso, ai ragazzi altri ragazzi, alle ragazze altre ragazze, bensì un reato. Punito anche con il carcere. Le torture: intestini sigillati con la colla, tenaglie arroventate addosso, voli dall’ultimo piano dei palazzi e così via, di barbarie in barbarie. Le violenze. Che comunque, va detto, possono purtroppo ovviamente essere subite anche negli Stati dove sono leciti persino i matrimoni fra persone dello stesso sesso. La morte. Rasa è un giovane ragazzo gay che da sempre è impossibilitato a dichiararsi, a vivere liberamente o apertamente. Il rischio di essere incarcerato, o che magari qualcuno lo picchi, lo sevizi, lo uccida è marcato. Non essendosi riuscito a integrare nell’America in cui è fuggito è tornato, da interprete, nel suo Paese natale, in Medio Oriente, in piena primavera araba mentre al tempo stesso infuria il fondamentalismo islamico. Ora vive con sua nonna. Che un giorno lo becca a letto col suo amante, che di lì a poco si sposerà con la sua ragazza. Il Guapa, invece, è un locale underground, una specie di Stonewall (il bar di New York da cui nel 1969 partirono i moti che segnarono l’inizio del movimento omosessuale) in cui lavora il suo amico Maj, drag queen, arrestato un giorno in un cinema. E l’equilibrio di Rasa crolla. Il romanzo di Haddad, particolarmente sentito, è potente, credibile, al di là delle latitudini, emozionante e drammatico, nonché ben caratterizzato sotto i vari aspetti che ne compongono la struttura e la trama, e ha una prosa ampia e molto leggibile.