Leggendo i romanzi di Leo Perutz (1882-1957) si capisce subito perché volano i personaggi dipinti da Chagall. Di notte sotto il ponte di pietra, un romanzo o per meglio dire un mosaico di racconti ambientati nella Praga del XVI secolo, è infatti intriso di magia e popolato, oltre che di ebrei vivi e morti che molto si parlano, di alchimisti, giovani sognatori e aspiranti guerrieri. Poi c'è l'imperatore Rodolfo II, un dissennato collezionista di pitture quasi sempre con le casse a secco, ovviamente circondato da lestofanti, ma pronto anche a travestirsi sommariamente e ad entrare nelle case dei suoi sudditi più poveri. Come nelle fiabe? Esattamente come nelle fiabe. Perutz è un maestro nell'organizzare il racconto facendo fiorire mille particolari mentre abilmente dirige l'azione verso una soluzione sorprendente: non per nulla Borges pubblicò alcuni suoi libri in Argentina in una collana di gialli.
Ora e/o ripropone Di notte sotto il ponte di pietra con una postfazione di Marino Freschi in cui si sottolinea, citando Broch, la logica del meraviglioso" che sovrintende alla scrittura di Perutz. E bisogna aggiungere che Perutz era un matematico oltre che uno scrittore. Tra i personaggi che affollano il romanzo c'è anche Keplero, il grande matematico e astronomo che viveva a Praga nel 1606 in condizioni di grande miseria, anche se aveva un incarico ufficiale a corte. Rodolfo II infatti non lo pagava...