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Due massacri, tre artisti e la memoria dell'orrore

Autore: Luca Scarlini
Testata: Il giornale dell'arte
Data: 15 febbraio 2017
URL: http://www.ilgiornaledellarte.com/articoli/2017/2/127364.html

Lo scrittore colombiano Pablo Montoya (1963), tradotto efficacemente per la prima volta in italiano da Ximena Rodríguez, esplora in Trittico dell'Infamia, di prossima uscita per E/O, un’epoca di tumultuoso cambiamento nella storia europea, tra Cinque e Seicento, quando il continente era squassato da guerre di religione e da conflitti d’interesse.

Tre sono i ritratti di artisti francesi che Montoya sceglie come protagonisti della sua narrazione, tenuta sempre sul filo della rappresentazione. Nel 1564 Jacques Le Moyne, protestante e cartografo, salpa con altri nel primo tentativo di una colonizzazione calvinista delle Americhe. Nella precipitosa fuga, al momento del ritorno, dopo un conflitto aspro con gli spagnoli, giunti a eliminare il corpo estraneo dai loro domini, egli riporta nei suoi disegni, salvati a fatica, le fattezze delle popolazioni locali. François Dubois, rifugiato a Ginevra, dopo la strage della Notte di San Bartolomeo in cui ha perduto la moglie che attendeva un figlio suo, continua a ricordare quel momento di orrore e poco prima della morte, crea il quadro che rimane la rappresentazione più vivida del massacro, conservato al Musée Cantonal des Beaux Arts a Losanna. Théodore de Bry, maestro incisore, in fuga verso il Nuovo Mondo, avrà il compito di trarre stampe da quelle opere e divulgarle al mondo.

La scrittura di Montoya indaga acutamente nella relazione tra l’evento, in tutta la sua portata bruciante, e l’immagine che lo tramanda, intrecciando vicende inseguite nella precisione del dettaglio della ricerca storica, con una notevole forza di invenzione narrativa.