Siamo onesti: un romanzo firmato dal nipote del Che attira per forza l'attenzione! Ma quest'attenzione venata di voyeurismo per la biografia dell'autore - morto a quarant'anni a Città del Messico per le complicazioni di un'operazione al cuore - si stempera immediatamente nel piacere della lettura. In 33 rivoluzioni (i giri del vinile graffiato che costituisce il filo conduttore del racconto), Canek Sánchez Guevara ci porta a Cuba, in un universo che non smette mai di crollare su se stesso con gran fracasso. "Il paese intero è un disco graffiato", annuncia il narratore nel prologo. Lui stesso vive in un appartamento in cui piove dal soffitto. Ama la musica, la filosofia e la storia, ma ha studiato ingegneria. Lavora al ministero, un lavoro noioso ma propizio alla lettura. Mangia sempre alla mensa, dove il vassoio regolamentare ha l'aria di un quadro astratto. Il suo matrimonio è stato un disastro. Qualche volta, per sentirsi meno solo, sale a trovare la russa del nono piano. E tutto questo finirà, e finirà certo male.