«Dopo i fatti di Orlando noi della comunità Lgbt di tutti i background e tutte le religioni, dobbiamo stare insieme e condannare fermamente questi attacchi e i tentativi da parte dei politici di utilizzare questa violenza contro di noi per il proprio marchio di odio». Lo pensa Saleem Haddad, 33 anni, scrittore nato da madre iracheno-tedesca e padre libano-palestinese, cresciuto tra il Kuwait, la Giordania e Cipro e conoscitore della scena omosessuale del mondo arabo-musulmano che ha descritto nel suo esordio letterario Ultimo giro a Guapa (edizioni e/o).
Saleem, secondo lei tragedie come quella di Orlando hanno radici nell'omofobia o nel fondamentalismo islamico?
«La tragedia di Orlando è chiaramente un crimine di odio omofobico. Si tratta di un attacco che colpisce al cuore la comunità Lgbt. Questa comunità comprende persone provenienti da diverse etnie, background, religioni, e sì, comprese anche persone Lgbt musulmane. Questo è un attacco contro tutti noi da parte di un criminale omofobo. Lomofobia ha radici in tutte le società: musulmane, cristiane, ebree, occidentali e non occidentali».
Dobbiamo aspettarci altri attacchi durante il Ramadan?
«Questo attacco non ha nulla a che fare con il Ramadan. Nel mese di giugno, in tutto il mondo, le persone Lgbt celebrano l'orgoglio. Corriamo il rischio di essere attaccati da criminali omofobici di tutte le provenienze religiose ed etniche anche nei nostri spazi sicuri. È molto importante ora che a noi, come comunità Lgbt, sia permesso di piangere ciò che è un attacco contro di noi. La notte in cui il Pulse è stato colpito, era una notte latina. Donald Trurnp ha dedicato gran parte della sua campagna elettorale a demonizzare la popolazione latina. Ora vuole usare questa tragedia per i propri obiettivi politici».
Come vivono oggi gli omosessuali nel mondo arabo-musulmano?
«Le persone Lgbt in tutto il mondo affrontano regolarmente aggressioni, violenze e discriminazione nelle leggi. Come i loro fratelli in tutto il mondo, le persone Lgbt nel mondo arabo di oggi stanno lottando contro leggi oppressive e per conquistare protezione, riconoscimento legale e sicurezza. Ad esempio, le leggi americane non consentono agli uomini gay di donare il sangue. Quindi non possiamo nemmeno dare il nostro sangue per salvare la vita dei nostri fratelli e sorelle».