ROMA - Il giovane Rasa è omosessuale e ha una relazione proibita con Taymour. I due devono nascondere la loro storia d'amore e Taymour è spinto dalla famiglia a sposare una ragazza della borghesia del Cairo. I due amanti cercano di sottrarsi a questo destino imposto dalla tradizione e dalla famiglia e sperano che i movimenti politici nati durante la rivolta di Piazza Tahrir - a cui partecipano - aprano nuovi spazi di libertà nell'opprimente società araba.
E' la storia raccontata in Ultimo giro al Guapa (E/O, pp.
336, Euro 18), romanzo d'esordio - in uscita in contemporanea in diversi Paesi - di Saleem Haddad, nato in Kuwait da madre iracheno-tedesca e padre palestinese-libanese.
Malgrado il fallimento delle cosiddette primavere arabe, i due giovani protagonisti non rinunciano al loro sogno di libertà: di notte si ritrovano in locali segreti come il Guapa, locale notturno dove incontrano artisti, edonisti e ribelli, di giorno frequentano quelle sale cinematografiche note come punto di ritrovo per i perseguitati. A un certo punto della vicenda Rasa emigra negli Stati Uniti, ma anche lì sarà difficile per lui definire e affermare la propria identità, perché ghettizzato come arabo retrivo e potenziale terrorista.
Il suo ritorno in un Egitto 'normalizzato' non sarà che il primo atto di una storia ancora tutta da scrivere.
L'autore sarà ospite al Salone del Libro di Torino (12-16 maggio) che quest'anno dedica una finestra alla letteratura araba. (ANSAmed).