Raphael Jerusalmy, I cacciatori di libri
Autore: Alexandre Fillon
Testata: Internazionale
Data: 7 novembre 2014
Nel 1462, a trentun anni, il poeta François Villon fu arrestato, torturato e condannato a morire per impiccagione. Un anno più tardi, il parlamento annullò la sentenza e lo bandì da Parigi. "Da allora, nessuno sa che cosa ne sia stato di lui", ricorda nel preambolo Raphaet Jérusalmy, che ne ha fatto l'eroe del suo romanzo I cacciatori di libri. Una storia di avventura emozionante, piena di energia, di malizia, d'insolenza e di erudizione, che si apre quando François riceve la visita del vescovo di Parigi, Guillaume Chartier, inviato dal re Luigi Xl. Il prelato ha un accordo da proporre al poeta ribelle. Spiega a Villon che la Santa Sede intende vietare la pubblicazione della Repubblica di Platone, e gliene mostra un esemplare uscito dalle stamperie di un certo Johann Fust, editore di Mainz, che lo vende sotto banco. La corte si chiede perché Fust si ostini a pubblicare queste opere con il rischio di attirarsi le ire dell'Inquisizione. Con il mandato di Chartier, che ne fa un emissario del re di Francia, François Villon deve convincere il vecchio orafo e tipografo tedesco a mettere le sue stamperie al servizio della Francia, per meglio combattere la censura e facilitare la circolazione delle idee progressiste condannate dalla chiesa di Roma. Raphael Jérusalmy si diverte anche stavolta a cercare di cambiare il corso della storia.