Da Magris ad Heinichen "spedizione" a Mantova tra attualità e fantasia
Autore: Mary Barbara Tolusso
Testata: Il Piccolo
Data: 22 settembre 2014
Difficile resistere al richiamo del racconto. O del raccontare. Ce lo spiega la letteratura, certo, ma ce lo spiegano anche le neuroscienze. E' dimostrato che, per esempio, raccontando storie i bambini imparano a gestire i rapporti sociali. Allo stesso modo la scienza ha provato che chi legge, cambia. E in meglio. Non c'è da stupirsi quindi che Festival come quello di Mantova - attivo dal 3 al 7 settembre - giunga alla sua diciottesima edizione. Tra gli altri, uno degli ospiti attesi à proprio Jonathan Gottschall che con "L'istinto di narrare" (Bollati-Boringhieri) spiega l'importanza della fantasia appoggiandosi alle più avanzate ricerche di neuroscienza. Un tema che potremmo declinare per ogni genere letterario. Perché è vero, come diceva Philipp Pullman che la fantasia anche quella più spinta, più distopica, spesso ci mostra la realtà meglio di un documento. E non solo quella esistenziale, ma soprattutto quella storica, fatta di grandi eventi che hanno segnato il mondo. Ne sa qualcosa un autore come il friulano Tullio Avoledo, a Mantova il 5 e il 6 settembre proprio per affrontare il tema della letteratura fantascientifica, strumento imprescindibile per decifrare il presente. Un focus sulla realtà è anche quello di Veit Heinichen, il giallista che dal 1997 vive a Trieste. Heinichen piega le sue invenzioni a temi di estrema attualità e al contempo valica la storia sino a un passato tutto mitteleuropeo. Anche nell'ultimo "Il suo peggior nemico" (E/O), già finalista al premio Bancarella, si parte da Trieste. E la Trieste del commissario Laurenti sarà presentata al Mantova il 7 settembre. (...)