Chantel Acevedo è una scrittrice americana di origini cubane e in "Meraviglie lontane" (e/o, 2014) è riuscita a riunire temi seri e drammatici, come la storia del colonialismo spagnolo nella grande isola caraibica, la lotta sanguinosa che i cubani fecero per ottenere l’indipendenza dopo secoli di schiavitù e di feroce sfruttamento, il razzismo, l’intervento degli americani, l’avvento di Fidel Castro, in una storia “lunga cent’anni” che ha per protagonista un personaggio femminile indimenticabile. Maria Sirena, nata fortunosamente a bordo di una nave, la Thalia, che costeggiava la costa orientale degli Stati Uniti prima di giungere a Cuba, racconta in prima persona l’epopea della sua famiglia durante tutto il processo di trasformazione dell’arcipelago dei Caraibi settentrionali da colonia a nazione indipendente. La piccola era figlia di Illuminada Alonso, detta Lulu, e di Augustin, un patriota deciso a ribellarsi alla feroce dominazione spagnola.
Tutto questo ci viene raccontato dalla ormai vecchia Sirena, che nella sua casa sull’oceano, nella parte più esposta di Cuba, a Maisì, attende un uragano che minaccia di distruggere case e villaggi dell’isola. Ma siamo ormai negli anni sessanta e a Cuba comanda Castro: una soldatessa giovane e determinata, Ofelia, ha ordine di evacuare le vecchie che ancora resistono abbarbicate alle loro case per portarle in salvo. Saranno tutte rinchiuse in una antica villa dove aveva vissuto il governatore spagnolo, Villa Velasquez. In quel posto così diverso dal loro ambiente abituale, le donne concentrate a forza troveranno il modo di trascorrere il tempo che le separa dall’impeto incombente dell’uragano raccontando e ascoltando storie.
Ecco allora che Maria Sirena si improvvisa novella Sherazade: lentamente rievoca tutta la sua lunga e dolorosa vicenda, a partire dalla sua fortunosa nascita, e via via descrivendo gli orrori che si sono succeduti e di cui è stata diretta protagonista o testimone muta, ma anche le passioni travolgenti che hanno caratterizzato le vite dei diversi personaggi evocati.
Domina il racconto la figura quasi mitica di Illuminada – Lulu, la madre coraggiosa e piena di voglia di vivere, disposta a morire per i suoi ideali e per i suoi uomini, e alla fine destinata ad una morte dolorosa ingloriosa in un campo di prigionia, un lager dove gli spagnoli rinchiudevano i ribelli e le loro famiglie per sterminarli con metodo che sembra anticipare quello dei nazisti.
Maria Sirena si innamorerà perdutamente di un giovane di colore, Mario, sarà osteggiata dai suoi stessi genitori, solo apparentemente progressisti ma profondamente razzisti come tutti i bianchi dell’epoca, avrà da lui un bambino, Mayto. Il piccolo subirà uno strano destino procurato dalla ingenuità della stessa Maria Sirena che penserà di salvarlo affidandolo ad un biondo militare americano che se lo porterà a New York.
La capacità affabulatoria di Maria Sirena e quindi della scrittrice che le dà voce saranno un balsamo per le donne spaventate che ascoltando quella lunga storia riusciranno a superare la paura della tempesta, reale e simbolica, che sta per travolgere ogni cosa, i loro stessi dispiaceri, le loro angosce, ed usciranno da quella casa, dopo giorni di terrore, con uno spirito nuovo. Anche se per la narratrice sarà l’epilogo non solo della sua storia ma della sua stessa vita.
Chantel Acevedo ci incanta in ogni pagina del suo racconto: ci pone davanti ad una storia poco nota, ci descrive personaggi originali: dal giovane Mario dai muscoli possenti capace di amare con straordinaria intensità una sorellina e più tardi l’appena quindicenne Sirena, passando per la stravagante giornalista americana che si finge infermiera salvando Sirena e suo figlio da morte certa, fino agli altri comprimari di una storia commovente, anche se raccontata senza retorica e sentimentalismi di maniera.
La traduzione precisa di Nello Giugliano dall’inglese è intervallata da moltissime frasi in spagnolo, proprio per dimostrare la contaminazione ma anche lo scontro fra questi due universi linguistici, simbolo della distanza fra le due culture, la latina e la anglosassone, che hanno dovuto confrontarsi con la grande Storia.
L’autrice ha vinto l’International Latino Book Award, e quindi può ben essere annoverata fra le grandi scrittrici della prolifica letteratura al femminile che ci giunge dai paesi latino-americani.