“Il nostro compito è preservare le fanciulle per restituirle al Signore. Dove andranno noi non le vedremo, ma loro ci guarderanno per l’eternità con gli occhi liberi dal peccato”.
Questa la misteriosa scritta che Petra Arduini legge nella stanza in cui è tenuta prigioniera dalla persona che l’ha sequestrata. Una frase che rimanda al Convento delle Preservate di Roma, ormai chiuso da tempo: lì, in passato, giovani donne di varia estrazione sociale venivano fatte partorire di nascosto e subito separate dai loro figli. Cos’ha a che vedere tutto ciò con la ragazza rapita? È quello che deve scoprire Andrea Hoffmann, investigatore privato ed ex commissario di Polizia, incaricato delle ricerche dalla madre di Petra. Con l’aiuto della sua stravagante quanto efficiente assistente Vivi, Hoffmann sarà costretto a compiere un viaggio a ritroso nel tempo per cercare d’individuare la mente criminale responsabile non solo del rapimento ma anche di efferati delitti. L’investigatore scoprirà così che il destino di Petra è strettamente connesso al proprio e per questo l’assassino ha voluto renderlo partecipe del suo “gioco” mortale.
Con Io non esisto Cristiana Carminati conduce il lettore in una discesa senza fine verso l’orrore più profondo. Il luogo in cui tutto ha inizio è, forse, uno dei più insospettabili, un convento di suore destinato a dare ospitalità a ragazze in stato interessante. La realtà del posto era, però, ben diversa, come testimoniano i capitoli del romanzo ambientati nel passato, in un continuo e serrato alternarsi alla narrazione degli eventi presenti. In tal modo viene ricostruita anche la storia di Andrea, legata al convento più di quanto lui stesso possa immaginare. Quello che interessa particolarmente all’autrice è ricercare le radici del male: un male che qui si esprime in tutta la sua potenza e che trasuda dalle pagine del romanzo, alcune davvero inquietanti. E l’epilogo, che vede protagonista il medium Bruno Bonelli, lascia chiaramente intendere che l’orrore non è finito, anzi.