Morte di un biografo
Autore: Marilù Oliva
Testata: l'Unità
Data: 30 agosto 2012
ISTRUZIONI PER L’USO
Categoria farmacologica:
Allucinogeni e funghi magici
Composizione ed eccipienti:
Mescalina. Ricca scrittura fluida. Vite vissute all’inverosimile. Elementi noir (ma non si tratta di un noir al 100%), ironia, una Gerusalemme burrascosa sullo sfondo e un mite congresso letterario in primo piano. Un Ministero, un biografo pittoresco, un’attrice porno, un’adepta devota e molti altri indimenticabili personaggi.
Indicazioni terapeutiche:
Rinfresca dall’infelicità e dalla monotonia.
Consigliato a tutti, benefico per:
Chi non è contento della sua esistenza.
Gli annoiati. Gli stanziali.
Gli integralisti.
Controindicazioni:
Da leggersi lontano da esplosioni, anche piccole (come petardi e fuochi di artificio)
Posologia, da leggersi preferibilmente:
Immergendovi completamente nella storia. Anzi: nelle storie.
Effetti indesiderati:
Potrebbe innescare in voi il desiderio di un gioco di scambi di ruolo.
Avvertenze:
Conservare a fianco delle altre biografie, non necessariamente illustri.
Somministrazioni:
«Walter però non era più lo stesso e io, pur non essendo un esperto di personalità o cose del genere, riuscii a comprenderne il motivo: se uno si sente dire dalla mattina alla sera che è il grande capo, il superfigo, un individuo eccezionale, se tutti quelli che lavorano con lui gli dicono ogni giorno che è la gallina che fa più uova, la linea dell’orizzonte, il supercazzone del West, be’, quello alla fine ci crede e chiunque può montarsi la testa, non credete, ragazzi? È una cosa molto complicata e difficile da controllare, come una cecità progressiva o la metastasi di una di quelle porcherie che circolano oggi nel sangue, io non lo so, fatto sta che a un certo punto il tipo comincia a credere che è tutto vero, che in effetti lui è il gran figo, il macho man e via dicendo ed è lì che le cose vanno in cacca, cari amici ascoltatori, credetemi, e non voglio tirarmela da filosofo o da psicologo: se uno si beve balle del genere è perché ha già una zampa e mezza nella merda e il cazzo nel buco sbagliato».
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«La storia di Egiswanda è stata una grande rivelazione. Mi ha suscitato domande del tipo: sarei capace io di abbandonare tutto per quello in cui credo o che amo infischiandomene dei rischi? Ho mai creduto in qualcosa o in qualcuno abbastanza intensamente da agire così? Questo mi sto chiedendo adesso e mi sembra importante, tu dirai che è semplice, e credo che la maggioranza delle persone si pongano in continuazione queste domande, in ogni metro quadrato di questo affollato pianeta c’è qualcuno che si interroga su questioni del genere, è la verità della vita».
L’autore: Santiago Gamboa è nato a Bogotá nel 1965. Dal 1997 vive tra Roma e la Colombia. Tra i suoi romanzi ricordiamo Gli impostori, Ottobre a Pechino, Perdere è una questione di metodo, Vita felice del giovane Esteban.