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L'ultimo film di Massimo

Autore: Rocco Di Blasi
Testata: Il Salvagente
Data: 29 marzo 2007

Ricordo ancora il buio di un cinema di Napoli e una proiezione pomeridiana. Ci ero entrato per far passare due ore prima di un appuntamento e mi trovai di fronte a un film stranissimo e un attore che, pur parlando in dialetto (sia pure in una forma edulcorata) distruggeva un fotogramma dopo l’altro tutti gli sterreotipi del napoletano tutto pizza e mandolino. E tirava fuori dal suo cilindro un antieroe ridanciano e sofferente al tempo stesso, straordinariamente moderno.

Da allora sono passati più di 25 anni. Ricomincio da tre, il film-rivelazione di Massimo Troisi, fu girato, infatti, tra il 1980 e il 1981 e 13 ne sono passati dalla morte di uno degli attori più straordinari che che l’Italia abbia avuto. Di Troisi ormai crediamo di sapere tutto. Abbiamo visto e rivisto le sue gag degli esordi – quelle col gruppo della Smorfia - e molti dei suoi film sono passati e ripassati più volte in tv, fino all’ultimo, Il postino, che segnò il suo passaggio dalla vita alla morte.

Anna Pavignano, una torinese che con l’attore di San Giorgio a Cremano ha messo in comune un tratto di vita, oltre alla sceneggiatura di quasi tutti i suoi film, ha lasciato passare tutto questo tempo, prima di trovare il coraggio di scrivere Da domani mi alzo tardi (edizioni e/o, 214 pagine, 16 euro). E l’ha trovato fingendo che Troisi sia vivo e che si debba convincerlo a girare un ultimo film. L’attore è riottoso come sempre. La sua pigrizia è proverbiale, come la sua capacità di “non fare”. Eppure – come sarà accaduto tante altre volte – Anna trova il modo di incontrare i suoi pensieri, di smuoverlo dal profondo.

Si riaccende, in qualche modo, anche il il loro amore di un tempo, che è stato specialissimo, perché lei a lungo è riuscita a sopportare il suo maniacale successo con le donne (le collezionava, perfino, in ordine alfabetico!). Ma il racconto non è quello di una lunga – e dolorosa – seduta di autocoscienza. C’è dentro anche un pezzo della storia del nostro cinema e perfino come sono nate alcune battute che ancora citiamo a memoria. Insomma un libro bellissimo, che sarebbe anche un’ottima sceneggiatura per l’ultimo film, se solo si trovasse un attore come Massimo, capace di interpretarlo facendo ridere e piangere al tempo stesso.