"Non bado molto allo stereotipo del tunisino spacciatore. Ormai sono vaccinato da molto tempo contro questi pregiudizi del cazzo: il siciliano mafioso, il napoletano camorrista, il sardo rapitore, l'albanese delinquente , il rom ladro, il musulmano terrorista, e chi più ne ha più ne metta". Così Issa, alias Christian osserva questo nuovo mondo che lo circonda e nel quale deve infiltrarsi: una Belleville romana molto simile a quella descritta da Pennac nei suoi romanzi. Forse è questo che
Amara Lakhous intendeva dirci col suo nuovo romanzo, un gioco arguto attorno ai luoghi comuni, con un'abilità da funambolo del linguaggio. Ci dice come i luoghi comuni riescano ad irretirci in ogni caso: ci avvolgono con il loro cono d'ombra , anche se ci rappresentiamo anni luce lontani da questi.
Divorzio all'islamica a Viale Marconi è un bel libro, Amara Lakhous colpisce nel segno. Ci diverte e fa sorridere e talvolta persino arrabbiare con noi stessi. Questo romanzo è pieno di personaggi cupi e dolenti, donne disposte a tutto per il piacere mondano di una vacanza, polizia e servizi segreti ossessionati dai terroristi. Ma il tono di queste pagine è scanzonato liberatorio. I capitoli dove la voce narrante è Issa talvolta sono troppo didascalici, come lo erano alcune pagine di certi memorialisti del '700, quelle per intenderci dove si narravano di viaggi verso destinazioni esotiche. Ma è un prezzo che si paga ben volentieri, perché Issa ci trasporta dentro questo sogno arabo, una Roma che abbiamo sotto al naso tutti i giorni ma sempre sconosciuta. Scopriamo così che l'Islam non è un monolite ideologico come spesso lo si rappresenta, che esistono differenze e peculiarità tra le varie anime dell'Islam. Fatevi un bel regalo, leggete questo libro, magari non vi muoverete di un passo fuori da Roma, ma vi sarete arricchiti per davvero. Il punto forte del romanzo rimane però la voce narrante di Sofia. Non si può non provare simpatia per questo orgoglioso personaggio femminile, dolce e materno, intelligente e spiritoso. Sì, proprio così dietro questa giovane donna col velo, si nasconde una moglie davvero molto più in gamba del proprio marito. Ma si sa le donne talvolta con i propri uomini ci stanno per i motivi più sbagliati, stranezze del mondo che anche il lettore più sbadato sa cogliere. La nostra eroina si imbatte in Issa, o dobbiamo scrivere viceversa, proprio quando il divorzio, onta gravissima per una donna come Sofia, sembrava il naufragio di una vita serena ma poco felice. Ma non andiamo oltre, questo romanzo ha il fascino dell'incantatore, ci agita davanti agli occhi i suoi feticci per ammaliarci, o per farci tornare all'inizio per rileggere. Ah, certo, si parla anche di noi, di Italia: "Gli italiani lasciano l'Italia per cercare fortuna altrove! Ma noi immigrati veniamo qui per lo stesso identico motivo! E allora? E allora niente. C'è qualcosa che non funziona!". Sì, c'è qualcosa che non funziona in Italia, Amara Lakhous qui non colpisce semplicemente nel segno, lucidamente falcia certe stupide false retoriche che ci condizionano troppo spesso. Proprio per questo motivo questo romanzo ci porta in dote qualche seme di conoscenza, qualcosa che ci addestrerà a vivere il nostro immediato futuro, futuro che ci attende tutti, cristiani, musulmani, italiani o immigrati.