Aglio, menta e basilico, un libro postumo di Jean-Claude Izzo, lo scrittore marsigliese, inventore di quell'ex flic Fabio Montale che ascolta Miles Davis e Léo Ferré e Paolo Conte. Sono brevi saggi, pubblicati ora da e/o, con una nota di Massimo Carlotto. Brevi pagine in cui Izzo, di padre italiano e madre spagnola, dichiara, da esule, da errante cronico, il proprio amore per Marsiglia, città che è come un "passaporto" verso il mondo, città che accoglie e integra e città aperta verso ogni reale miraggio. Un amore per il Mediterraneo, le opposte rive, le luci e i colori, i profumi. Luogo dove la bellezza porta in sé drammaticità, e a ragionare sull'Edipo RE, come radice del noir mediterraneo.
Ma è nelle pagine dedicate alla sua città, ai mercati, alla cucina marsigliese che viene fuori la sua radice, l'umanità e la curiosità più vera. Là dove si perde nelle varietà delle verdure sui banchi dei mercati e celebra i sapori dell'aglio, della menta e del basilico, delle diverse qualità dei pomodori, là dove lascia andare il suo sguardo verso le correnti, oltre il porto di Marsiglia o nell'incantarsi di fronte all'arrivo delle barche da pesca, o quando si erde per i vicoli e le piazze di quella città così amata.
C'è anche un racconto inedito con Montale alla vigilia di un Natale, con uno degli interrogativi alla Camus, sul perché si diventa assassino e sull'impossibilità di risolvere un doloroso enigma.