I libri e il tempo
Autore: Marilù Oliva
Testata: Carmilla Online
Data: 16 febbraio 2012
Il tempo è in gran parte trascorso, la vita volge alla parabola discendente per i membri de “La banda degli invisibili”, nuova interessante prova narrativa – uscita proprio oggi in libreria –, del pubblicitario e sceneggiatore Fabio Bartolomei, dopo “Giulia 1300 e altri miracoli”, voluti entrambi da edizioni e/o. Un gruppo di ottuagenari, annoiati dall’inattività e vilipesi dalle precarie condizioni economiche, impiega il proprio tempo in bricconerie esilaranti. Gag di svenimento, auto blu bloccate, dispetti inflitti a proprietarie di cagnolini che defecano senza ritegno, bambini molesti addormentati: queste e molte altre imprese inventano, i vecchietti, e se qualcuno chiede loro se non abbiano niente di meglio di fare, la risposta arriva senza esitazioni: «No, alla nostra età non abbiamo niente di meglio da fare che continuare a occuparci delle assurdità del nostro Paese».
La voce narrante è quella di Angelo, ex partigiano che da giovane tendeva agguati alla Wehrmacht e ora è costretto a fare i conti con una pensione minima, ma soprattutto con le anomalie di una democrazia che si è sudato col sangue, insieme a compagni con il valore della libertà ben saldo e quindi non barattabile con la bonifica delle paludi pontine o con le altre così dette “cose buone del fascismo”. I nonni sono disorientati e si sostengono a vicenda, in un quartiere romano – la Montagnola – in cui sono cresciuti e in cui ciascuno è stato spettatore di nascite, morti e miracoli degli altri autoctoni. Pochissimi soldi, quasi miseria, scarsa considerazione raccolta in giro: ecco il loro pane quotidiano. Ma loro si nutrono di altro – anche se non disdegnano lauti pranzetti fuorisede. Ciascuno col suo testamento, ciascuno coi suoi acciacchi, hanno però la lucidità disincantata di leggere la vita quale essa è, senza fronzoli. E a maggior ragione la politica, tanto diversa dai tempi di guerra: «Combattevo un esercito e sapevo cosa fare. Adesso è diverso, il nemico è subdolo, si presenta in giacca e cravatta e parla forbito. Come si combattono questi? Come si reagisce quando uno t’insulta nascosto dentro un televisore privandoti codardamente del tuo diritto di rispondergli? Siamo vecchi ma non così rimbambiti da ascoltare in silenzio certe assurdità». In questo clima di insofferenza partoriscono la grandiosa idea: rapire Berlusconi e costringerlo a chiedere scusa agli italiani. Ce la faranno? Da me non lo saprete, però concludo dicendo che il romanzo è spassosissimo, pur con le sue punte di amarezza e perfino di romanticismo. Eh sì, perché il tenerissimo Angelo è innamorato dell’attempata Lauretta, passo da bersagliere e cuffiette alle orecchie, devota al suo corso di francese. Nemmeno quest’attrazione vi dico come andrà a finire, anticipo solo che quando lei saluta, il suo bonjour dalla flessione romanesca è ancora in grado di smuovere più di un anziano.