"Un pirata piccolo piccolo" di Amara Lakhous
Autore: Lucia Aversano
Testata: Young 4 Young
Data: 19 agosto 2011
Hassinu ha 40 anni, è single e vive ad Algeri. Ha un lavoro da impiegato alla Posta Centrale e vive in un appartamento non suo, di modeste dimensioni. Non è ricco tutt’altro, ed è forse proprio questo il motivo per cui non ha ancora messo su famiglia. I single non sono ben visti nella società araba poiché c’è sempre un sospetto di omosessualità o impotenza. Ma Hassinu non è né omosessuale né impotente. Frequenta settimanalmente una casa di piacere e di donne ne ha avute. Il problema è economico.
Nelle società arabe il matrimonio è una compravendita e chi è più ricco può permettersi di chiedere la mano della futura sposa alla famiglia e metter su famiglia, chi non ha i mezzi è destinato a restare fuori. Il romanzo di Amara Lakhous, Un pirata piccolo piccolo (Edizioni E/O 2011) scatta un’istantanea sulla società algerina attraverso il racconto di tre giorni della vita di Hassinu, l’ultimo dei quali è il giorno del suo quarantesimo compleanno. È un romanzo introspettivo dove il protagonista parte da riflessioni sulla sua condizione personale fino a fare ragionamenti più ampi sugli aspetti culturali politici e religiosi del suo paese.
La chiave di lettura del romanzo è data in epigrafe: Tre sono quelli su cui è sospeso ogni giudizio: il dormiente finché non si sveglia, il bambino finché non raggiunge la pubertà e il pazzo finché non rinsavisce. Leggendo questo romanzo, scritto nel 1999 ma distribuito solo quest’anno si riescono a cogliere i prodromi del malcontento giovanile sfociati nella primavera araba di quest’autunno. La scrittura è asciutta, fatta di frasi brevissime che scorrono velocissime sotto l’occhio del lettore.