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Morte di un biografo

Autore: Annamaria Arancio
Testata: Wuz.it
Data: 20 dicembre 2011

Dopo il suo ultimo romanzo - Gli impostori, del 2004 - il colombiano Santiago Gamboa torna con Morte di un biografo, caleidoscopico e ambizioso libro pubblicato da E/O e già vincitore nel 2009 del premio letterario spagnolo La Otra Orilla.

Costruito su molteplici piani narrativi e punti di vista, Morte di un biografo è stato spesso definito un moderno Decameron, sia per le stravaganti epopee dei personaggi ritratti, sia per l'ambientazione "chiusa" della storia. Al pari dei protagonisti boccaccceschi, rifugiatisi in campagna per evitare il contagio della peste, gli ospiti di questo fantomatico Congresso dei Biografi trascorrono la maggior parte del tempo nell'agio del King David, il più lussuoso albergo di Gerusalemme. Il pesante clima di guerra che avvolge costantemente la città interrompe a tratti gli strampalati interventi degli oratori, le mangiate e le bevute, ma non riesce a scalfire il buonumore o generare domande nelle menti degli oratori, forse troppo affaticati per percepire questo attrito in apparenza tanto evidente.

Il ritmo del libro è scandito dalle diverse trame che si intrecciano, in primis quella del narratore, un convalescente scrittore colombiano che risiede a Roma, e che dopo un periodo di relativo successo si ritrova privo di stimoli e in balia della pigrizia. Il lusinghiero invito al Congresso giunge quindi provvidenziale, e gli permette una insperata deviazione dalla noia che lo ha imprigionato. Gamboa, in un imprevedibile caleidoscopio, incastona tra le vicissitudini del congresso - dalle colossali sbronze agli incontri notturni più disparati - le biografie dei vari relatori, una serie di racconti nel racconto, diversissimi tra loro.


Tra questi, il filo narrativo principale è quello della vita dell'"ex pastore evangelico, ex delinquente, ex drogato" José Maturana. Nei tre "atti" in cui è suddivisa la sua narrazione - intitolata "Il Ministero della Misericordia" - , seguiamo passo passo il suo percorso di redenzione sulle orme di Walter de la Salle, carismatico e tatuatissimo predicatore di Miami. L'epilogo di Maturana è purtroppo tragico: poche ore dopo il suo intervento, infatti, viene trovato morto nella sua camera d'albergo. Inizialmente si sospetta un suicidio, ma la teatralità del gesto lascia qualche dubbio al narratore, che avvia così una sua personalissima indagine.

Gamboa è abilissimo nell'alternare le tematiche, i registri e gli stili, e con Morte di un biografo si posiziona su un piano nettamente distante dall'ormai trita classificazione degli "scrittori latinoamericani contemporanei" discendenti da Márquez. Forse nessuno come lui è in grado di mantenere tanto viva l'attenzione del lettore, che scorrerà le 450 pagine del romanzo senza nemmeno accorgersene, perso catturato dall'impetuosità e dalla vividezza della narrazione.