Nella chiesa rupestre e sconsacrata di Santa Candida, alla periferia di Bari, un antico affresco del Cristo Pantocratore osserva con occhi sconvolti una scena raccapricciante. Credeva di aver già visto tutto il dolore del mondo nella sua interminabile fissità, eppure... Sarà la terza sezione della Squadra Mobile di Bari, avvertita da qualcuno che passava di lì, a trovare il morto: "Quindi, ricapitolando, l'hanno trovato mezzo nudo, la parte di sotto, così sei contento. Morto con la testa sfondata a colpi di pietra. Hanno anche tentato di... insomma non si capisce se hanno provato davvero a evirarlo, o solo a... offendere il cadavere, diciamo. Sono dei tagli molto maldestri" (pag. 42). Così riassume il vicequestore Marinetti all'ispettore Gerri Esposito, vero protagonista di questa inchiesta che sembra impossibile da risolvere - i documenti del morto sono spariti e i testimoni sono reticenti - e dove, secondo il pensiero di Gerri, logica e verità non solo non coincidono, ma l'unica verità possibile sta nel caos. Per la sua storia di bambino abbandonato, Gerri ha imparato che ci sono ricordi da chiudere a doppia mandata negli armadi della memoria e fin da subito questo caso ha per lui un pessimo sapore. Affiancato dalla collega ed ex amante Sara Coen, dal pm milanese Giancarlo Anteri e da Marinetti, Gerri non esiterà ad avvalersi persino dei Tarocchi dell'amica Angela, la "mammana", per arrivare a risolvere un caso torbido dove a essere coinvolti sono dei ragazzini abbandonati e dove la Chiesa ha le sue pesanti colpe. Giorgia Lepore ha una scrittura elegante e secca. Un giallo di rara profondità.