Disertare, di Mathias Énard (traduzione di Yasmina Mélaouah; E/O Edizioni), è un romanzo che riesce a unire l’orrore della guerra e la matematica. Da una parte si muove un disertore anonimo in fuga dagli orrori della guerra in un tempo e in un territorio sconosciuti. Dall’altra, un matematico la cui fama mondiale ha reso gloriosa l’ex Repubblica Democratica Tedesca. La prosa con cui è tracciata la storia del soldato in fuga, stanco e sporco che si muove in un paesaggio brullo di macchia mediterranea, ricorda quella minimalista di Mike Wilson (Dio dorme nella pietra; Edicola) e Arturo Robertazzi (Zagreb; Aìsara), una prosa simbolica e silenziosa, che si contrappone a quella dell’altro profilo narrativo, quello dedicato a Paul Heudeber, fuggito da Buchenwald, diventato matematico e coerente sostenitore della Ddr, un profilo narrativo complesso, composto da lettere, documenti d’archivio e un diario in prima persona: quello di Irina, la figlia del matematico. Questo secondo filone narrativo ci riporta a una conferenza scientifica sul fiume Havel a Berlino, a bordo di una nave da crociera la cui partenza è prevista l’11 settembre 2001.
Un percorso a zig-zag attraverso la storia del Novecento, tra guerre, paure, angosce e grandi trionfi scientifici. L’alternanza delle due storie e la modalità con la quale sono state scritte rendono Disertare un romanzo magnetico, originale e misterioso, capace di creare suspence in piccoli gesti e profondi e disturbanti silenzi.