Tra gli scrittori presenti, una voce per poetica è senza dubbio vicina al tema della fiera, quella dello scrittore francese, già Premio Goncourt, Mathias Énard che oggi alle 17 presenta il suo nuovo romanzo «Disertare» (E/O) con Davide Coppo in un incontro organizzato in collaborazione con l'Institut Francais. Un libro come sempre dallo stile ricco che intreccia due storie: la vita immaginaria del matematico Paul Heudeber, sopravvissuto ai campi di concentramento e in seguito comunista nella Germania dell'Est, e quella di un anonimo soldato che diserta una guerra e che risuona nel presente. In vista dell'incontro, ci siamo confrontati con lui a partire dall'idea di affiancare due vicende così distanti: «Tutto è cominciato dalla storia di Paul - racconta Énard, 53 anni - ma con lo scoppio della guerra in Ucraina sentivo che non era abbastanza. Alla sua vicenda, ricostruita dalla voce della figlia Irina, volevo contrapporre qualcosa di completamente diverso da un discorso storico ambientato nel Novecento, qualcosa vicino ai sensi. È così che ho pensato al soldato in fuga da una guerra senza nome. Sono entrambe storie che toccano la violenza, anche perché Paul ha attraversato l'Olocausto e la Guerra Fredda». Anche se l'idea del soldato senza nome, purtroppo, è arrivata dall'attualità: «Per me è devastante pensare che un conflitto come quello tra Russia e Ucraina sia nato nel XXI secolo - prosegue l'autore che da anni vive a Berlino, dove è ambientata la parte dedicata al matematico - e che sia accompagnato da un linguaggio di propaganda novecentesco, falso quando parla di "denazificazione", virile e basato sulla legge del più forte, prima da Putin, ora nei rapporti tra Trump e Putin. Sono disorientato anche di fronte all'idea del riarmo europeo, anche se spero sia solo una mossa economica e non porti a un conflitto reale».