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«Disertare», il romanzo (con due anime) che ci racconta come fuggire la guerra

Autore: Matteo Sacchi
Testata: Il Giornale
Data: 22 marzo 2025

C' è un disertore senza nome che fugge da una guerra senza nome. La sua esistenza è ormai tutta sensazioni, perché il conflitto ha asportato dalla sua vita qualsiasi cosa sia superflua, in mente gli resta solo un progetto furibondo, come una febbre: «Potresti nascondere il fucile e le cartucce da qualche parte, e diventare un mendicante, lasciare anche il coltello, che i mendicanti non ce l'hanno un pugnale, gli scarponi che puzzano di merda e andare a piedi nudi, la giacca color miseria e andare a torso nudo...». E c'è un professore di matematica, Paul Heudeber, a cui viene dedicato un convegno dopo la sua morte. Era un uomo che, nonostante crisi e lisi, non ha mai defezionato dal suo ideale comunista, che lo ha sostenuto nella lotta contro i nazisti. È rimasto incastrato dentro gli ingranaggi della Ddr, anzi li ha condivisi non accettando mai la logica della defezione, semmai fuggendo solo nello spazio dell'astrazione, dove i numeri inseguono l'infinito. E nella precisione del racconto di un gruppo di intellettuali emerge una figura che incarna molte delle troppe contraddizioni del Novecento. Questo il lettore può trovare nel nuovo libro Mathias Enard, Disertare (e/o, pagg. 218, euro 18,50), che l'autore racconterà al pubblico all'interno di Book Pride domani (alle 17 in sala Ottawa). Un romanzo bipartito anche linguisticamente che si inserisce perfettamente nella ricerca stilistica tipica di Enard, che in romanzi come La perfezione del tiro o Zona ha sperimentato moltissimo sull'uso della lingua. (...)