Lo ascolti e i pensieri che ti comunica si presentano allineati, ordinati e coerenti come soldats à la parade: il tema delicato dei confini; l'amore sconfinato per il Mediterraneo, "mare nostrum" ma in realtà mare di tutti, come è giusto che sia. E ancora: la Francia dove Mathias Énard è nato (esattamente nell'ovest, vicino a La Rochelle); il Medio Oriente celebrato nel suo romanzo-fiume "Bussole" che gli è valso il Premio Goncourt 2015; la lingua araba che maneggia agevolmente; la catalana Barcellona, dove ha scelto di vivere per amore e per affinità culturale. E - perché no? - l'Italia, che ha conosciuto studiando a Venezia, Milano e Roma, città che fanno da sfondo al romanzo "Zona" considerato tra i suoi lavori più significativi. Autore davvero particolare questo 52enne écrivain francais, di quelli che sfuggono alle facili definizioni e che non concede nulla, ma proprio nulla, a mode, tendenze. E al "lieto fine" di cui il mercato sembra avere spesso bisogno. Questione di sensibilità. E di imprinting. Una scrittura, la sua, che comunica la passione per la Storia e il desiderio di un mondo liberato dai pregiudizi e l'orrore per la brutalità della guerra, perché i conflitti - lo ripete - si vincono, evitandoli. Ma anche una scrittura che, seppure empatica e mai distaccata, non ha la pretesa di consegnare ai lettori giudizi tranchants tra buoni e cattivi, ragioni torti, aggressori e aggrediti. (...)