Mathias Énard, classe 1972, si è affermato nell'ultimo decennio come uno dei più importanti scrittori francesi contemporanei, vincendo tra le altre cose il Premio Goncourt nel 2015 con Bussola , pubblicato in Italia, come tutti i suoi romanzi, dalle edizioni E/O. È recentissima l'uscita del suo nuovo libro, Disertare - che racconta con grande afflato lirico la storia di un soldato in fuga dalla guerra, incrociata con quella di un matematico rimasto fedele alla DDR - che sarà presentato a Firenze il 19 marzo alla Gonzaga University assieme ad Alessandro Raveggi nell'ambito di «Gif Talks». Lo abbiamo intervistato per l'occasione. Énard, visto lo scenario internazionale, possiamo dire che il suo nuovo romanzo è sfortunatamente di grande attualità? «Purtroppo sì. Triste ma vero. In realtà avevo cominciato a scriverlo prima di questa stagione di guerre, ma quando c'è stata l'invasione russa dell'Ucraina ho dovuto tornarci sopra e cambiare tutto, non potevo più scrivere un romanzo sulla guerra senza aggiornarlo a eventi di tale portata - senza adattarlo, insomma, in direzione di una maggior presa sul reale e sul quotidiano che stiamo vivendo. Tutti noi, non solo gli ucraini, o i palestinesi, o i sudanesi...». (...)