È stato uno dei libri dell’anno di qualche anno fa, almeno dentro certe bolle, nel frattempo è stato tradotto all’estero venendo recensito più che dignitosamente dal New York Times. È la storia di due giovani donne e dei loro mondi così diversi che improvvisamente collassano uno dentro l’altro, ma le cose migliori sono il costante soliloquio della protagonista e soprattutto il contesto in cui si svolgono le vicende: i social media, l’attivismo, i brand, i call out, la body positivity, la popolarità di persone giovanissime, le loro performance, l’industria sgangherata che gli si muove attorno. Dentro questo libro ho trovato la descrizione migliore di un fenomeno che potremmo sbrigativamente chiamare “Instagram culture” e di cui siamo intrisi più di quanto pensiamo.