Ci sono due lune nell'universo magnetico, a tratti onirico, di Yoshida Atsuhiro. E già da qui il riferimento è immediato - impossibile non coglierlo - a Murakami, capofila della narrativa giapponese contemporanea che tanto piace ai lettori italiani, e al suo mondo parallelo protagonista della trilogia 1Q84. «Puntando questo amplificatore verso lo spazio si possono vedere due lune. Non lo trova straordinario? Sa perché la luna appare sdoppiata? Il fatto è che di questo pianeta, di questa città in cui ci troviamo, forse di noi stessi, esiste un doppio... Se fosse come dico, in questo preciso istante ci sarebbe un mondo con un'altra città, un altro me stesso, e il me stesso dall'altra parte non vivrebbe da solo in notti come questa e magari sorriderebbe alla luce del sole. Ecco, mi pare che questa sia la realtà», ci dice infatti uno dei protagonisti di Buonanotte Tokyo, primo dei numerosi romanzi di questo autore giapponese (è nato a Tokyo nel 1962) a essere tradotto in Occidente, in francese e tedesco e ora in italiano per e/o. Ma non serve arrivare a questo punto, oltre la metà del romanzo, per rimanere conquistati dalla voce di Yoshida. Sono le atmosfere che crea nelle sue storie, forse più delle storie stesse, ad attrarci, il calore che emanano questi racconti dove pure non mancano la solitudine, la nostalgia e la malinconia per qualcosa che si è perduto.
E infatti i personaggi di Buonanotte Tokyo, romanzo corale fatto di tanti pezzi di un puzzle che alla fine si incastrano, sono tutti alla ricerca di qualcosa o di qualcuno. (...)