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Fare quanto è giusto. Le fatiche dei “buoni” nel Paese che declina

Autore: Domenico Pizzuti
Testata: Aggiornamenti sociali
Data: 14 dicembre 2023
URL: https://www.aggiornamentisociali.it/articoli/fare-quanto-e-giusto-le-fatiche-dei-buoni-nel-paese-che-declina/

Fare quanto è giusto è un testo sulle reti sociali e i movimenti giovanili nel nostro Paese che nasce dal confronto tra l’A., Giacomo D’Alessandro e Goffredo Fofi, che ha scritto una preziosa Prefazione. Attingendo alle sue conoscenze, Fofi offre una ricostruzione storica accurata della presenza di queste realtà nelle varie Regioni, restituendo una mappa che fa rivivere personaggi, iniziative, associazioni, di quello che oggi chiamiamo “Terzo settore”. «Le “reti” erano molto vaste, dai cattolici ai laici più o meno centristi e alla sinistra di socialisti e comunisti. Questa tripartizione era già classica dopo l’Unità» (7). Queste iniziative intendevano dare una risposta, specialmente nel secondo dopoguerra, alle situazioni di svantaggio di alcuni strati sociali e territori del nostro Paese sotto il profilo scolastico, educativo, formativo. Fofi non nasconde i grandi mutamenti che sono intervenuti nel tempo, in particolare mette in evidenza: «Il ripiegamento dei militanti e di tutti o quasi tutti nel privato. Tutto questo ha generato la nuova cultura del narcisismo, come l’ha battezzata Christopher Lasch, il ripiegamento su di sé dell’individuo e del piccolo gruppo di fronte a una immane sconfitta storica e sociale» (29). Narcisismo che è cosa diversa dall’individualismo, come evidenzia la Prefazione, con una chiarezza che bene per continuare ad operare ciò che è giusto. In una ideale conversazione, Giacomo D’Alessandro prova a rispondere «sul tema dei movimenti giovanili e del “che fare?” di fronte agli orrori della realtà» (36) a partire dal suo osservatorio genovese, dal suo vivere in comunità e dall’andare “ramingo” periodicamente in realtà di frontiera o periferiche non solo del nostro Paese ma anche dell’Africa e dell’America latina. «Sono partito così da lontano per dire che la mia osservazione della realtà procede e prende forma nel tentativo di tenere insieme due dinamiche fondamentali per la mia vita: la prima appunto quella di un certo nomadismo; la seconda è quella di costruire comunità o comunque di essere a servizio, animare, ricevere nutrimento da una comunità» (39). In questo viaggio tra comunità, movimenti, associazioni, organizzazioni giovanili italiane emergono alcune esperienze e osservazioni concrete, che rivelano qualcosa di quello che vivono oggi molti “pezzi” di gioventù del nostro Paese, di quello che potrebbero fare o di quello che dovrebbero fare per generare processi di cambiamento. (...)