«MI son la piscinina, mica la schiava». Risuonano per le strade di Milano le grida di protesta delle "piccoline": sono apprendiste sarte, modiste e stiratrici, costrette dalle "maestre" di bottega a turni massacranti; spesso vittime di violenze e abusi. La misura è colma. Nell'afosa mattinata del 23 giugno del 1902 circa quattrocento bambine e ragazze, dai cinque ai diciassette anni, si accalcano davanti alla Camera del Lavoro, reclamando a gran voce i propri diritti. Tra le partecipanti al corteo c'è anche la protagonista timida e insicura del nuovo romanzo di Silvia Montemurro. Ispirata dal quadro di Emilio Longoni, pittore divisionista fortemente impegnato in campo politico e sociale, La Piccinina (Edizioni e/o, 178 pagine, 16,50 euro) intreccia la Storia alle vicende personali e all'educazione sentimentale di una quindicenne in cerca di riscatto. Nel corso delle dieci, intense giornate di scioperi, tra vecchi amori e nuove amicizie, Nora riuscirà a trovare dentro di sé la forza per iniziare una nuova vita e costruire, passo dopo passo, un futuro migliore.
