Questo romanzo, della bravissima Silvia Montemurro, è un piccolo gioiello. Mi ha stupita, perché mi ha raccontato una storia che ignoravo, quello di uno sciopero condotto da bambine sfruttate, le “piscinine”. E poi perché mi ha portata nella Milano dei primi del Novecento, facendomi girare per le strade della città, tra ricchezza, miseria, donne coraggiose, bambine maltrattate, artisti, approfittatori e sognatori di un mondo migliore.
E poi ci sono Nora, Gianna, Lisa, Angelica: ragazze che cercano di conquistarsi uno spazio in un mondo che le lascia ai margini, le mette in pericolo, dove a vincere sono sempre gli uomini e dove anche le donne adulte sembrano coalizzarsi contro di loro. Nora non conosce la forza che ha dentro di sé. E come potrebbe, dopo aver passato un’infanzia in cui si è sentita sempre inferiore agli altri per la balbuzie e la mancanza di affetto da parte dei genitori.
E poi c’è la figura di Emilio Longoni, l’artista, che con i suoi quadri ha raccontato la società della sua epoca. Una figura che veglia, da lontano su Nora, il padre che si sarebbe meritata.
Un libro assolutamente da leggere.