«Alex Beer (alias Daniela Larcher, che sotto il suo vero nome scrive anche un'altra serie poliziesca sull'Austria degli anni Quaranta), arrivata a Il messaggero oscuro , terzo capitolo della pluripremiata saga "Emmerich" (dopo Il secondo cavaliere e La donna in rosso ) ci immerge subito nel cuore avvelenato dell'Austria postbellica devastata dalla disintegrazione dell'impero: ed è questo il grande pregio del suo narrare, proporre un giallo a sfondo storico sugli anni che determineranno così tanto lo sviluppo delle ideologie totalitarie europee, un impulso che attraversa tanti scrittori di lingua tedesca presi dalla rielaborazione dell'esperienza genocida nazista e dai suoi prodromi. Lei, che è nata nel 1977 a Bregenz ed è laureata in Archeologia, dice che ha scelto l'epoca viennese degli anni Venti perché è meno conosciuta ed è al tempo stesso un periodo oscuro e emozionante, immerso nella povertà, le malattie, la violenza che lei ha studiato soprattutto sui giornali del momento: ad esempio ha deciso di far crescere Emmerich in un orfanotrofio dopo aver letto un articolo che ne descriveva le condizioni a quel tempo: da un'infanzia tanto difficile potevano emergere due tipi di risposte, riflette, l'ispettore August, cinico ma paladino dei deboli, pronto comunque a rompere ogni regola per raggiungere il suo obiettivo di giustizia, e Kolja, il nemico di sempre, un delinquente violento, mai sazio, opportunista».
