«Qui siamo nei primi anni dell'Ottocento, quando l'Europa è sconvolta dall'impeto della Rivoluzione Francese che si è esaurito nell'Impero di Napoleone anch'esso effimero e pronto a riconvertirsi nella Restaurazione. E così l'ardore che infuoca il petto di due poeti romantici che vorrebbero dare parole e forme all'alba di quello che sembrava promettere un nuovo mondo, si trovano invece isolati soprattutto dal punto di vista emozionale ed intellettuale. Impossibilitati a trovare una via d'uscita ad un tempo che ha abortito sogni di gloria, si ritrovano in una palude di oscure presenze, spettri pronti a riprendersi tutto quello che gli appartiene e che possiamo sintetizzare in una parola sola: il potere. Il potere in primis di decretare quali sogni possono essere sognati e quali sono così annientati che anche per della anime sensibili è ormai impossibile ritrovare o trovare le parole giuste per fornirli di spessore, così da vederne almeno le sagome in lontananza. Il nocciolo di questo dramma, che è quello di una generazione senza voce e ideali, lo ritroviamo ciclicamente nella storia umana, laddove anche oggi forse ci siamo dentro, soffocati da effimere illusioni e reali eppure distorti drammi sociali. La sfera della politica, intesa in primis come dimensione pubblica dell'arte e della letteratura, e di impegno sociale, appartengono all'opera della Wolf, che ha forse rappresentato la più importante voce del blocco est della Germania. Un consiglio su come leggere questo libro: immaginate un sogno, ma non biecamente individualista bensì per la comunità, una comunione di spiriti e di sentimenti. Ora guardatevi intorno. Quale lotta vi aspetta per realizzarlo? Quali compromessi potete accettare? E quanti ne avete già accettati nascondendovi la realtà delle vostre scelte? Questi due poeti saranno due fratelli per voi, scomodi, ma indispensabili».
