Cosa siamo disposti a fare per la nostra felicità? Per essere accettati, per farcela in una dimensione esistenziale difficile, fatta di una vita che molto spesso sembra essere una corsa infinita senza un orizzonte certo? Potremmo fantasticare su come cambiare fattivamente il nostro destino, magari scappando via oppure combattendolo, oppure su come eliminare definitivamente le persone che possono causarci tanto male, soprattutto quando si hanno tredici anni, si frequenta la scuola media e ciò che ti circonda è soltanto uno schiacciante peso per la tua giovane età. Non è un lavoro per ragazze (edizioni e/o, pagg. 192, euro 18, traduzione di Anna Spesshio) di Sakuraba Kazuki (nella foro), scrittrice e nota bibliofila che legge oltre 400 libri l'anno, ha questo primo strato che appare chiaro nella sostanza narrativa di cui è composto (...).