«La mia idea di femminismo forse si discosta dal flusso mainstream, non amo seguire la massa, ma vivere le esperienze in prima persona, capire la mia strada e cosa voglio fare». Wayétu Moore, 37 anni, scrittrice, liberiana di origine e ora cittadina americana, ha vissuto la maggior parte della vita a domandarsi chi fosse. Era la donna nata in Africa che vedeva allo specchio e che usciva con uomini dalla pelle chiara o era un'americana di colore? Portava con sé l'identità della sua famiglia o era semplicemente una delle tante persone emigrate negli Stati Uniti? Nel tormento, da adulta, è tornata in Liberia, ha preso carta e penna, rimesso insieme i frammenti della sua esistenza tra orgoglio, pregiudizio e vergogna, e ha scritto il memoir I draghi, il gigante, le donne (edizioni E/O). Aveva cinque anni, quando - durante la stagione delle pioggie, scrive - scoppia la guerra civile nel suo Paese. Non capisce bene all'inizio cosa stia accadendo. Da un giorno all'altro però la sua vita cambia: scappa nella foresta con il padre, il Gigante, scambia gli spari per tamburi e i cadaveri per le strade per persone addormentate. E poi si ritrova esule negli Stati Uniti, bambina e poi giovane donna che deve fare i conti con la sua identità. «Potevo essere bella in un posto e tuttavia non esserlo abbastanza,non grazie a chi ero o a qualcosa che avevo fatto,ma per via di una cosa così semplice, e per certi aspetti così importante in questo nuovo posto,come il colore della pelle» racconta. Segnalata dal New York Times come uno dei migliori titoli di non fiction, Wayétu Moore con il libro ha vinto anche la prima edizione del "Premio Inge Feltrinelli-Raccontare il mondo, difendere i diritti", nella categoria "Diritti in costruzione: opere di fiction e non-fiction".
Wayétu chi sono "I giganti, i draghi e le donne?"
I draghi rappresentano le forze e le energie della vita, quelle che causano i conflitti, e quindi le persone assetate di potere che hanno scatenato la guerra in Liberia. I draghi sono, però, anche i miei dubbi di donna in un Paese straniero alla ricerca dell'amore per se stessa; il gigante è mio padre e qui torna sempre il tema dell'amore, un po' il fil rouge del libro. Infine le donne sono le protagoniste femminili della mia vita che hanno sempre avuto un ruolo importantissimo. Nel passaggio dall'infanzia alla vita adulta ci sono state prima mia nonna, quindi mia madre e Satta, la giovane ribelle che ci ha aiutato ad attraversare il confine nella fuga verso la libertà. (...)