«In questo luogo, parzialmente trasformato in campo di concentramento, tra il 28 novembre 1943 e il 9 giugno 1944 furono rinchiusi numerosi ebrei, vittime della persecuzione razziale voluta dal fascismo». Seguono le firme dell'Istituto storico grossetano della Resistenza e dell'Età contemporanea e della Diocesi di Grosseto. Il luogo a cui si riferisce l'iscrizione è la villa del seminario di Roccatederighi, nella Maremma Toscana, dove furono rinchiusi un centinaio di ebrei poi condotti nei treni con destinazione Auschwitz. La villa del seminario era quella del vescovo, monsignor Paolo Galeazzi. Grosseto fu l'unica diocesi in Europa ad aver stipulato un regolare contratto d'affitto con un gerarca fascista, Alceo Ercolani, per la realizzazione di un campo d'internamento. Parte da qui la storia di Sacha Naspini che, nel suo Villa del seminario, evoca fatti realmente accaduti. A Le Case, un borgo «sperduto nel niente delle creste», la percezione di ciò che accade nel campo, almeno inizialmente è distorta. In paese si cerca di distogliere lo sguardo, ma ci si chiede anche: «Ma come, anche qui, in Maremma?».