È confortante, di tanto in tanto, tornare ai romanzi che raccontano una storia, con una trama più o meno lineare, dei personaggi ben costruiti, un arco narrativo, una lingua penetrante. Villa del seminario, l'ultimo libro di Sacha Naspini, mi ha lasciato questa sensazione: è una ricostruzione storica che si fa letteratura. (...)
Un romanzo di guerra e di resistenza, sul non essere solo spettatore della storia. Soprattutto la storia di un luogo mai ribattezzato che le persone continuano a percorrere “con la leggerezza di chi raccoglie papaveri”.