(...) Il libro riporta il lettore al 1943, nella Maremma toscana, evocando fatti realmente accaduti: a Roccatederighi in provincia di Grosseto (città in cui ci fu l'unica diocesi in Europa ad aver stipulato un regolare contratto d'affitto con un gerarca fascista per la realizzazione di un campo d'internamento), tra il '43 e il '44, nel seminario del vescovo furono rinchiusi un centinaio di ebrei italiani e stranieri destinati ai lager di sterminio.
Partendo da questa suggestione storica, l'autore racconta la vicenda di René, ciabattino di un piccolo paese, chiamato da tutti Settebello. L'uomo, schivo, solitario, taciturno, è innamorato di Anna. Dopo che Edoardo, figlio di Anna, viene catturato dalla Wehrmacht con un manipolo di partigiani e fucilato sul posto, alla donna resta un solo scopo: continuare la rivoluzione. Quando anche Anna sarà catturata e probabilmente rinchiusa nella villa del vescovo insieme a un gruppo di ribelli, Settebello, pur non avendo in vita sua mai avuto il coraggio di fare niente se non vivere una vita ritirata e “all'ombra”, decide che questa volta è arrivato il momento di passare all'azione.