Un cortocircuito straordinario. Francis Bacon, il più disturbante e geniale pittore del secondo Novecento, e il progetto -a prima vista impossibile- di tenere una sua mostra nella Mosca di Michail Gorbačëv e della fine dell'Urss. Il gallerista James Birch, che nel 1988 cura la rassegna, ripercorre questa «storia dell'arte» con lo scrittore Michael Hodges. Lieve e avvincente, il racconto muove tra difficoltà nella organizzazione, agenti del Kgb, un'affascinante stilista della quale l'autore s'innamora e Bacon che, tra una bevuta e l'altra nei club londinesi, si esalta per quell'esposizione un po' folle, che però si addice bene alle inquietudini dei suoi dipinti.
La mostra inaugura il 22 settembre 1988, e in due mesi 400 mila moscoviti apprezzano i capolavori dell'artista. Ma con un'ironia tutta russa. Tant'è che un commento nel libro dei visitatori recita: «Vogliamo il bacon ( la pancetta, ndr), non Francis Bacon»