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Croci rosse di Saša Filipenko

Testata: Sololibri
Data: 7 novembre 2022
URL: https://www.sololibri.net/Croci-rosse-Sasa-Filipenko.html

Il secondo romanzo dello scrittore bielorusso Saša Filipenko che, insieme a Ex figlio, chiude il dittico sulla gioventù post-sovietica. Un romanzo teso, duro, sorridente e commovente.

Insieme al successivo Ex Figlio, Croci rosse (edizioni e/o, 2021, traduzione di Claudia Zonghetti), secondo romanzo dello scrittore bielorusso Saša Filipenko, chiude il dittico-emblema sulla gioventù post-sovietica e su come essa si misuri col passato e il presente russi. Filipenko si è imposto all’attenzione della critica europea come espressione dissidente, capace di stemperare i toni affilati del romanzo di denuncia con quelli interiori di una formazione in progress, politica ed esistenziale.

Croci rosse si struttura come romanzo circolare, un romanzo teso, duro, sorridente e commovente, che ci ricorda come - per la paranoia intrinseca al regime staliniano – l’URSS dimenticò e non solo, perseguitò i suoi prigionieri di guerra e le loro famiglie.

Torna utile, a questo punto riferirsi alla trama: Saša è un giovane arbitro di calcio. Quando lascia la propria abitazione per un nuovo appartamento, ha in mente solo di disfarsi dei fantasmi del passato. La sua nuova vicina di casa ha novant’anni, l’Alzheimer, e prima di smarrire del tutto la memoria, si aggrappa invece al passato con le unghie e coi denti. E lo racconta a Saša. Nascono così storie di vita e di avventure. Tra amore, sogni, terrore e Unione Sovietica. Impiegata al Commissariato del popolo agli Esteri la donna traduceva la corrispondenza di guerra con la Croce Rossa Internazionale. Il giorno che la segnò per sempre la donna si accorse di due cose: che il governo rifiutava in modo sistematico l’aiuto offerto dalla Croce Rossa ai prigionieri sovietici (Stalin li considerava traditori); e che il marito apparteneva a una lista di prigionieri catturati dalla Romania.

Il romanzo si incastra e si sfaccetta con una buona tensione interna, le croci del titolo si riconducono a meta-rimandi:

Le croci rosse che la vecchia malata di Alzheimer traccia sulle porte degli appartamenti per ritrovare la strada di casa; Le croci rosse simbolo dell’omonima associazione umanitaria; Le croci rosse cimiteriali (dal colore dei vessilli comunisti) a cui il governo sovietico ha di fatto condannato migliaia di suoi prigionieri di guerra. Uno sviluppo narrativo che fa leva su una pagina di Storia, riprovando come la Storia intersechi giocoforza le vite e i destini delle donne e degli uomini che la storia la fanno o la subiscono.

Per l’impegno civile dei suoi romanzi, per la sua prosa spessa e nel contempo accattivante, Saša Filipenko si conferma uno scrittore da segnare in agenda.