Ci sono libri in cui, più che in altri, il lettore riesce a sentire voci, rumori e perfino odori. È il caso di Mare mosso di Francesco Musolino. C'è il fragore delle onde che schiaffeggiano la nave sul punto d'infrangersi contro gli scogli. Si sente anche il forte odore del mare in tempesta e il tanfo che appesta la sala macchine e la stiva. L'autore si è riproposto di raccontare il mare, appunto, tra fascinazione e paura. Per farlo, e per essere inappuntabile, si è documentato molto, andando per rimorchiatori e incontrando tanta gente. È stato un vecchio lupo di mare a parlargli del naufragio di una nave, nella notte di Natale del 1981, con l'equipaggio messo in salvo da un elicottero. Lo scafo rimase in balia della tempesta ma, fortunatamente, s'incagliò nella sabbia di una piccola insenatura dalle parti di Oristano. Nel racconto la nave è recuperata dal protagonista, Achille Vitale, ex cadetto dell'accademia navale, riconvertitosi capo di una ciurma specializzata in salvataggi d'imbarcazioni e carichi. Ne viene fuori un romanzo avvincente, a metà tra noir e storia d'amore, in cui la vita di Achille s'intreccia con quella di Brigitta, bellissima donna del nord.