Pighì di mestiere fa il meccanico. Una donna risoluta, il cui marito muore cadendo da una scogliera. Un incidente? "Mille sospiri" è ambientato nell'isola immaginaria di Kukutsi ed è un noir con rilevanti riferimenti alla storia greca. Una recensione
Tra le scrittrici greche contemporanee, la cretese Ioanna Karistiani è sicuramente la più tradotta in Italia. Merito di Maurizio De Rosa, il neogrecista che già all’inizio degli anni Duemila prese a occuparsi di lei, traducendo per Crocetti, nella indimenticabile collana Aristea, il premiatissimo “L’isola dei gelsomini”, vincitore dell’Accademia di Atene come migliore opera narrativa del 1997, e del Premio dei Balcani. D’allora le traduzioni si sono moltiplicate, sempre con il marchio delle edizioni Crocetti per poi passare il testimone, negli anni più recenti, a quelle di e/o, che ora manda in libreria il suo ultimo romanzo “Mille sospiri”, che funziona sempre secondo i collaudati meccanismi narrativi della Karistiani, in cui elementi noir si sposano a forti turbamenti dell’animo, non senza i necessari echi a momenti di storia o tradizioni greche.
Con “Mille sospiri” siamo nell’estate del 2015 e il libro ha per protagonista una donna, Pighì Vojagis, che di mestiere fa il meccanico di auto per il lascito da parte del padre di un’autofficina, ciò a indicare che non ci troviamo al cospetto di una intellettuale, bensì di una donna concreta, abituata, nella sua vita, così come nella professione, a fare i conti con la realtà delle cose. Vive in una piccola isola, Kukutsi, frutto dell’immaginazione della scrittrice, che la situa nell’Egeo tra Atene e l’isola di Siros, dove, due mesi dopo essere scomparso, viene trovato il cadavere di suo marito, Stilianòs Vojagis, precipitato da una scogliera - chiamata “Scoglio Sfrangiato” - contro la quale la violenza dei colpi ricevuti gli ha tumefatto il viso, e altre parti del corpo, da renderlo quasi irriconoscibile. Avvertita dalla polizia Pighì è chiamata a riconoscere il cadavere e, in effetti, lo fa da alcuni dettagli del corpo che le sono noti. Firmato il riconoscimento, Pighì, che era venuta sull’isola di Siros col suo pick-up, carica su questo la bara con il cadavere del marito per poi, imbarcatasi sul traghetto, tornare a casa per seppellirlo. Qui sarà presto raggiunta dalla figlia Amalìa che vive ad Atene e poi dalle amiche, Pepi Meidani e Popi Chrapi. Pepi sarà addirittura interrogata dalla polizia, perché, da un controllo del cellulare di Stilianòs, chiamato Stelios, era risultato essere stata l’ultima persona con la quale aveva parlato al telefono.
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