(...) Per la protagonista, il punto è l'ossessione con il riconoscimento personale, che riesce a eludere solamente accumulando i drammi che le ricordano che esiste, che ha sofferto, che è una persona completa e non deve temere di perdersi nel mondo, o in Gloria. Forse è questo l'orrore più grande, oggi, che ci passano davanti così tante immagini scintillanti, che vogliamo afferrarle tutte anche a costo di dimenticarci chi siamo. L'esperimento che fa Irene Graziosi è quello di analizzare che cosa succede a una personalità inconsistente nell'era dei social in quello che si inserisce nella lista dei pochi libri che riescono a raccontarli per davvero. «Per come la vedo io, i social mostrano ancora più vividamente della realtà come sono fatte le persone», scrive. «Non c'è niente di più intimo dei propri desideri, eppure mi ritrovo quelli altrui spiattellati ovunque».
