Scordatevi la Trieste di Italo Svevo e di Umberto Saba, lasciate da parte il fascino mitteleuropeo dei palazzi e delle stradine del centro storico. Preparatevi, piuttosto, ad immergervi negli intrighi e nei delitti che vengono risolti dalla brillanti indagini del poliziotto italiano più famoso in Germania e Austria (ovviamente dopo il commissario Montalbano). Per l'undicesima volta il vicequestore Proteo Laurenti deve scandagliare i misteri della città in cui si è trasferito da molti anni. Lui è immigrato a Trieste da Salerno. L'autore, invece, arriva da Stoccarda, dove ha lasciato una brillante carriera alla Mercedes - Benz per dedicarsi ai libri e alla scrittura. Da 25 anni Veit Heinichen vive in una villa affacciata sul mare di Trieste, proprio come Laurenti. Con precisione tedesca descrive vizi e virtù di quelli che, ormai, considera suoi concittadini. In questo libro ripercorre una via già seguita in alcuni precedenti della serie, da cui è nata una serie televisiva talmente fortunata tra i tedeschi e gli austriaci che si recano, molto numerosi, in città a visitare i luoghi in cui si svolgono le indagini. Sceglie di muoversi tra passato (con omicidi commessi oggi, addirittura con una balestra, ma che trovano le loro radici nei terribili eventi avvenuti durante l'occupazione nazista del 1943 e nella tragedia del campo di prigionia della Risiera di san Sabba sui quali Proteo dovrà investigare) e presente. Sì, perché il nostro poliziotto, a volte scomodo, tiene famiglia. E non è certo tranquilla. I figli, spesso, lo fanno disperare. Al pari della segretaria Marietta e degli altri vivaci colleghi d'ufficio.
