Quando è arrivata la notizia che un'autrice legata a un'influencer scrivesse un libro dedicato al rapporto tra una creator da due milioni di follower e una ragazza comune era logico aspettarsi un'operazione molto simile a quella che Lauren Weisberger ha messo in piedi con Il diavolo veste Prada. Con Il profilo dell'altra, il suo primo romanzo pubblicato da Edizioni E/O, Irene Graziosi, fondatrice insieme a Sofia Viscardi di quel format solido e strepitoso che è VENTI, si è spinta oltre, cercando di raccontare, sì, un mondo che le era congeniale, ma tenendosi lontana sia dagli stereotipi che dalle estremizzazioni che riescono a portare facilmente il lettore dalla propria parte. «Il cuore di questo libro è nato in una notte insonne, verso le 4 del mattino, a casa di un'amica», racconta Graziosi al telefono, spiegando quanto sia stato difficile per lei capire in che maniera muoversi per costruire una storia che risultasse credibile e avesse uno sviluppo sensato.
Partendo dai suoi articoli su Vice, la scrittura non era un mondo nuovo per lei.
«Scrivevo su Vice mentre studiavo: volevo dedicarmici, ma non avevo fretta di capirlo. Ho sempre pensato che se fosse arrivata una buona idea l'avrei afferrata. Mi piacciono tante cose diverse: anche il mio lavoro di VENTI l'ho sempre amato molto. Non ho mai vissuto di sola scrittura».
L'idea del libro, invece, quando è arrivata?
«Quando ho conosciuto Sofi (Sofia Viscardi, ndr) sono entrata in contatto con un mondo che volevo restituire nel libro. Adesso ci sono abituata, ma quando ho iniziato è stato tutto molto strano. L'incontro con Sofia mi ha cambiato talmente in positivo che non potevo non dedicarle il libro: la mia vita adulta è nata anche grazie a lei».
(...)