«La violenza in Colombia sembra l'unico argomento che uno scrittore colombiano può trattare. La differenza sta nella forma letteraria: ci sono romanzi che tracciano le origini della violenza nella storia colombiana, libri che enfatizzano il folclore dei sicari e il mondo del crimine e poi ci sono opere come quella di Gamboa, che usa il giallo per mostrare la realtà della Colombia, senza cadere nella crudezza del realismo. La causa scatenante è uno scontro brutale a cui assiste un bambino su una strada sperduta e di cui nessuno sa nulla dopo. Una soffiata anonima all'ufficio del procuratore mette in moto la trama. Grazie alle inchieste della giornalista Julieta Lezama e della sua assistente Johana, ex guerrigliera delle Farc, il procuratore apre un'indagine urgente per trovare coloro che hanno preso parte allo scontro. Scritto con un ritmo incalzante e con stile semplice, è un romanzo con una trama ben strutturata e dei personaggi credibili, tra l'altro perché la storia è ancorata nella realtà della Colombia. Una realtà in cui ci sono eredità della guerriglia, del traffico di droga e altri problemi, e poi chiese evangeliche, miniere illegali e, sempre presente, la violenza».