«Più che un romanzo, Zona è uno spettacolo tragico. È un treno fantasma, popolato da crimini contro l’umanità, stupri e scrittori con pulsioni violente. È la bibbia della ferocia umana, dove il suono dei mortai e delle mitragliatrici si mischia alle urla strazianti delle donne, delle madri e delle mogli di chi va a combattere. Una storia travolgente e meravigliosa, una sorta di Iliade contemporanea, tradotta superbamente da Yasmina Melaouah, che narra la vita di un uomo che è stato “uno” ma contemporaneamente anche tanto “altro”. Mirkovič è infatti sia soldato che amante, sia naufrago che spia di successo, sia bambino che figlio, sia alcolizzato che depresso. E tutta la sua vita sta tra la prima frase del libro –“tutto è più difficile nell’età adulta” – e l’ultima – “un’ultima riga prima della fine del mondo”. Leggere Zona oggi, con un occhio alla questione ucraina, amplifica gli effetti letterari del testo e allo stesso tempo evidenzia determinate dinamiche che in fondo, almeno in Europa, non sono mai cambiate».