«Mezzo secolo dopo il regime dei Colonnelli (1967-1974), la Grecia è di nuovo antica, colma di storia e di fantasia, in questo caso anche di ricchezza linguistica e inventività di tracce, intrecci, concatenazioni. Ma se tra i primi dubbi sul destino di Stelios e la risoluzione del caso, dovuta a un minimo oggetto riapparso furtivamente, trascorre la quasi totalità delle pagine, la qualifica di giallo o poliziesco o thrilling o noir viene meno. Ciò non inficia in nulla la qualità della narrazione, anzi, porta chi legge da un capo all'altro degli avvenimenti e degli imprevisti in completa ammirazione degli stili che si fondono in quei mille sospiri del titolo, che sono soprattutto di donne in quanto signore e padrone del romanzo (un po' giallo, ma più di "formazione", "psicologico", di amore e dolore, di nude memorie e sogni fioriti su ogni dove della vita; romanzo civile, un po' politico e ideologico per la sua parte, e infine libro della natura, del paesaggio, di usi e costumi di uno stato moderno, di religioni e tradizioni insieme)».