(...) "L'editore presuntuoso" è un libro caldo come una chiacchierata. Vieni qua, ti dice, siediti con me davanti al fuoco, che ti racconto un po' di cose. Sono questo, i libri. È questo il privilegio che ci offrono: di chiacchierare con i loro autori, come avendoli davanti, come amici che ci schiudono i loro mondi, le loro menti, i loro cuori. È scritto in modo semplice, diretto, lineare. Si rivolge agli aspiranti: «ragazze e ragazzi che lavorano o vorrebbero lavorare in campo culturale», ma parla a tutti, senza scavare tra sé (l'editore) e il "piccolo" lettore una trincea di presunzione e snobismo. «L'editore è uno strano individuo che vorrebbe imporre al pubblico la lettura dei libri scelti da lui. La soggettività dell'editore è, a mio parere, un elemento irrinunciabile dei meccanismi attraverso i quali, nell'età moderna, si è sviluppato il processo di pubblicazione e di lettura di testi. Senza questo insolito personaggio, discutibile ed egocentrico, non avremmo letto tutti i libri che abbiamo letto, e comunque non sarebbero stati gli stessi, perché avremmo letto in gran parte altri autori e altre opere». (...)
