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Wayétu Moore contro i draghi della discriminazione

Autore: Riccardo Michelucci
Testata: Avvenire
Data: 25 gennaio 2022

La scrittrice liberiana racconta in un romanzo la sua fuga dalla guerra civile con il padre per raggiungere la madre negli Usa Ma le sofferenze maggiori sono inflitte in Texas dal razzismo

«Il toccante libro di memorie della scrittrice liberiano-americana Wayétu Moore I draghi, il gigante, le donne (edizioni e/o, traduzione di Tiziana Lo Porto, pagine 272, euro 18,00) si apre con lo sguardo ingenuo e disincantato di una bambina che scambia il suono degli spari con quello dei tamburi e vede il padre come un gigante buono pronto che fa di tutto per proteggerla dai draghi cattivi. Tra le donne del titolo ci sono sua madre e Satta, una giovane ribelle costretta ad arruolarsi fra i dissidenti per salvare la propria famiglia, e che approfitta della sua posizione per aiutare le persone a passare il confine con la Sierra Leone. Quei "draghi" che hanno rovinato la Liberia con la loro avidità incontrollata sono invece figure maschili potenti come Charles Taylor, Samuel Doe, Prince Johnson. Personaggi da incubo che infestano le campagne promettendo ricchezza e prosperità ai loro seguaci - molti adolescenti - ma che invece distruggono il Paese e massacrano la popolazione. Tra il 1989 e il 2003 la guerra civile in Liberia causò la morte di oltre 250mila persone e trasformò per sempre il volto della nazione. La prima parte del libro di Moore è il racconto lirico, immaginifico, a tratti commovente di una fuga e di un ricongiungimento familiare in cui la realtà storica si mescola alla fantasia. Ma dopo la salvezza e l'arrivo negli Stati Uniti l'autrice sarà costretta ad affrontare nuovi "draghi", stavolta metaforici: le difficoltà d'integrazione e il trauma della guerra che torna sotto forma di incubi, lo spaesamento e la vergogna, la ricerca della propria identità di ex cittadina liberiana».