«È proprio quello il dilemma più grande: è giusto dare la vita a chi per i suoi limiti potrebbe non essere felice? Un romanzo che alla fine suona come un inno alla vita, giocato sul senso della maternità, quella immaginata, quella vissuta, quella temuta: che indaga sulla profondità e l'ambivalenza dei sentimenti, dove in una società che tende a liquidare come scarti gli imperfetti, una donna si concede il tempo per ascoltarsi, per vivere il legame che unisce nel ventre una madre alla sua creatura. Fino alla decisione finale: qualsiasi sarà l'esito dell'esame, il bambino vedrà la luce. Senza idealizzare lo spirito materno, mostrando le ombre, ma in modo autentico».