«E cosa c'è di meglio per esaltare la missione del libro (facendo finta di dire il peggio possibile sui libri) che scrive un memoir divertente quanto spericolato (per quanto riguarda i consigli), antiretorico (sulla presunta missione dell'editore) e ben poco diplomatico (vedi i giudizi tranchant)? Niente, appunto. Ed eccolo qui: l'ha scritto mister e/o, Sandro Ferri, nato a New York nel 1952, da giovane molto ricco di famiglia («poi perdemmo tutto...»), tanto da aprire una libreria a Roma negli anni '70, presto fallita, e poi lanciandosi nell'editoria, anni di conti in rosso e di debiti e oggi Signore-e-padrone dei bestseller: s'intitola L'editore presuntuoso (naturalmente esce da e/o...), e arriva dieci anni esatti dopo il suo «manuale per editori coraggiosi» I ferri dell'editore (2011). Possibile sottotitolo: «I miei primi settant'anni». Un «diario» presuntuoso, appunto, ironico (le parti sui saloni del libro, gli agenti letterari e tanti colleghi editori, a partire da Adelphi, un vero modello, ma poi trasformatosi in un «club elitario»...), a tratti letterario (l'ultimo capitolo, «Sono stato anche un pessimo libraio», bellissimo), polemico (contro l'ossessione del marketing, lo strapotere dei grandi gruppi, il totalitarismo di Amazon...), leggendo il quale si scoprono cose curiose».