L'intervista: Alexandra Lapierre, dopo la biografia dell'artista esce con un libro sulla bibliotecaria di J. P. Morgan.
Alexandra Lapierre è come una bibliotecaria che accompagna il lettore tra gli scaffali. Consiglia cosa leggere. Chiede cosa si ama. Conserva il bello. E difende la memoria. "In questo sono come Belle".
Belle da Costa Greene è un personaggio straordinario realmente esistito: nata negli Stati Uniti nel 1879 da genitori "con sangue nero" ma bianca di carnagione, insieme a tutta la sua famiglia decise di falsificare le proprie origini. A quel tempo "un tale inganno, se scoperto, prevedeva conseguenze gravissime". Eppure Belle da Costa Greene è riuscita a trasformare la collezione privata del banchiere John Pierpont Morgan in una biblioteca e museo pubblico, l'attuale Morgan Library & Museum di New York. E Alexandra Lapierre ha ricostruito la sua esistenza...
(...) "Belle Greene" è un libro su una donna, ma non tende a compiacere le donne.
A me interessa lei e lei è di una modernità incredibile: Belle fuma, ha gli amanti, è zitella, esce, balla, guida l'auto e soprattutto lavora. Per il tempo era impossibile e con la libertà di scegliere il proprio destino. Così a un certo punto rivendica: "Sono chi sono, non appartengo né a persone né a gruppi". (Ci pensa) Il mio sogno è di riportare in vita dei personaggi geniali senza rivolgermi agli specialisti.
Cioè?
Voglio offrire a un ampio pubblico le chiavi per scoprire un mondo perduto, che ha ripercussioni sull'oggi: Belle era una donna di colore che decide di rischiare la vita e di passare per bianca; insomma era si libera, ma incatenate a logiche della società.
(...)